Dal punto di vista chimico l'acido ialuronico viene classificato come un glicosaminoglicano. La molecola è infatti formata dal ripetersi di lunghe sequenze di due zuccheri semplici, l'acido glicuronico e la N-acetilglucosamina. Queste sostanze sono entrambe cariche negativamente e quando si uniscono tra loro la forte repulsione dà origine ad una molecola lineare, flessibile ed estremamente polare. La grande solubilità in ambiente acquoso è importante per garantire l'idratazione dei tessuti proteggendoli al tempo stesso da tensioni e sollecitazioni eccessive. Allo stesso tempo l'elevata affinità con altre molecole di acido ialuronico e con gli altri componenti della matrice extracellulare consente la formazione di una fitta ed intricata rete ad elevato peso molecolare.
Presente anche in molti animali ed in alcuni tipi di batteri, l'acido ialuronico rappresenta uno dei principali componenti del tessuto connettivo, in particolare della sua sostanza amorfa (o sostanza fondamentale, un gel compatto nel quale sono immerse le fibre di collagene ed elastina).
Scoperto nell'umor vitreo dell'occhio ed utilizzato sin dagli anni '70 fino a pochi anni fa questo mucolpolisaccaride veniva estratto esclusivamente da animali ed in particolare dalla cresta di gallo. Oggi all'acido ialuronico di origine aviaria si affianca quello estratto da particolari batteri. Le moderne tecniche di produzione consentono infatti la sintesi di diversi tipi di acido ialuronico con caratteristiche e campi di applicazione differenti.
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